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Intervista
a Janine Benyus
da CNN
traduzione di Franca Bossalino
Janine Benyus è
una pioniera e una sostenitrice del movimento della Biomimicry
e autrice dell’importante libro del 1997 dal titolo “Biomimesi:
Innovazione ispirata dalla natura”. La Benyus che ha
coniato il termine biomimicry per i suoi progetti trae ispirazione
dalla saggezza della natura e crede che noi possiamo usare le idee
e i processi migliori della natura per risolvere i nostri problemi.
La CNN ha parlato con lei sulla sua ispirazione, il suo lavoro e
le sue speranze per il futuro.
CNN: Come descriverebbe se stessa?
JB: Sono una scrittrice di scienze naturali, autrice
di un libro sulla biomimesi e attualmente sono una biologa al tavolo
da disegno.
CNN: Che cosa intende con il termine “biomimesi”?
JB: Significa prendere in prestito i progetti, le
ricette, le strategie dalla natura ed emularle concretamente. Quindi,
per esempio, se stai costruendo un nuovo tipo di cellula solare, potresti prendere come modello le foglie e chiederti: <in che
modo le foglie compiono la fotosintesi ?> Poi, cercare di copiare
il progetto che la natura ha sviluppato per oltre 3.8 miliardi di
anni.
CNN: Come è arrivata a coniare il termine
“biomimesi”.
JB: Ci sono arrivata attraverso il mio lavoro di
scrittrice di storia naturale. Avevo scritto cinque libri di storia
naturale e sono pieni di casi di adattamento di piante e animali
che sono davvero incredibili. Ho scritto libri sul modo in cui gli
organismi sono integrati al loro ambiente con straordinaria bellezza
e raffinatezza, in che modo la balena è capace di tuffarsi
a tanta profondità e come la rondine è capace di volare.
Poi mi è venuto in mente: qualcuno sta cercando di emulare
queste straordinarie tecnologie, combinazioni chimiche e questi
progetti? C’è qualcuno che sta prendendo in prestito
i progetti della natura e che trae beneficio dalla saggezza di tutti
quegli anni di evoluzione?
Dopo essermi fatta questa domanda ho cominciato a raccogliere i
testi e questo accadeva nel 1990 Ho scritto il libro nel 1997.
CNN: Che impatto ha avuto sulla sua vita scrivere
il libro?
JB: Dopo la sua pubblicazione, mi sono rimessa
a scrivere un altro libro di storia naturale. E il telefono ha cominciato
a suonare. Per me fu una sorpresa; erano fabbriche e singoli progettisti.
Le fabbriche che stavano inventando ogni giorno e avevano problemi
da risolvere. Dicevano: <Il libro è favoloso, parla di
tutto quello che sta accadendo al tavolino e a uno stadio iniziale
della ricerca. Ma noi stiamo facendo innovazioni in tempo reale.
Può venire da noi e diventare un biologo al nostro tavolo
da disegno?>
CNN: E’ nato tutto da li?
JB: Si, ho ricevuto una telefonata da una donna,
Dayna Baumesiter, che stava facendo un PHD all’università
del Montana e aveva appena finito di leggere il libro; mi disse
“Ho letto il libro e ho tremato per tre giorni. E’ questo
che voglio fare della mia vita, posso venire a trovarla?”
venne a casa mia e parlammo per circa 11 ore di fila.
Cominciammo a organizzare workshops progettuali destinati ai progettisti
di professione per insegnargli come guardare al mondo naturale per
le soluzioni pratiche ed è così che è cominciata
l’Associazione della Biomimesi.
CNN: Può farci un esempio del genere di
problemi che possono essere risolti attraverso la biomimesi?
JB: Un’azienda può farci una domanda
di questo tipo: <come fa la natura a ridurre le vibrazioni?>
E noi guarderemo al modo in cui lo fanno i mammiferi al modo in cui
lo fanno gli uccelli. Poi, ci sono venute in mente idee molto diverse
e molto spesso, incredibilmente eleganti. Pensi agli uccelli che
volano intorno a noi, debbono essere forti ma debbono essere leggeri.
Perciò a tutte le domande tecniche che le aziende ci facevano,
noi potevamo rispondere con i modelli biologici.
Cercate un modo per destalinizzare l’acqua, guardate al modo
in cui le mangrovie vivono nell’acqua salata ma si nutrono
di acqua dolce. Noi stavamo semplicemente creando una nuova fonte
di ispirazione per progettisti ed ingegneri guardando alla ricerca
biologica che era stata già fatta.
CNN: Che tipo di lavoro fate all’Associazione?
JB: Vede, la conoscenza biologica si raddoppia
ogni cinque anni. C’è una enorme quantità di
dati e adesso con tutti gli strumenti di ricerca che esistono, siamo
in grado di osservare in modo funzionale per trovare alcune delle
risposte.
Abbiamo fondato l’Associazione nel 1998 e abbiamo tutto, da
un servizio telefonico “chiama –il-biologo” per
cui potete chiamarci e parlare con noi per un’ora e poi cerchiamo
il biologo che siederà con voi al tavolo da disegno;, li
addestriamo per essere sicuri che siano adatti.
CNN: Avete un profilo del cliente tipo?
JB: No. Potremmo ricevere una telefonata dal vice
presidente della ricerca della General Electric e, sull’altra
linea potrebbe esserci uno studente della terza media che ci chiede
di aiutarlo a fare i compiti. Ci siano resi conto che avremmo dovuto
avere due tipi di organizzazione e così abbiamo fondato l’Istituto
di Biomimesi.
CNN: Qual è la differenza tra l’Istituto
e l’Associazione?
JB: L’istituto è dedicato alla ricerca
e all’educazione, sia formale che informale. Qui vogliamo
mettere cose che siamo sicuri resteranno di dominio pubblico, e
per questo abbiamo un portale chiamato asknature. org. E la nostra
missione è quella di organizzare tutta l’informazione
biologica per funzione. Per esempio ,un inventore che sta seduto
in un barrio brasiliano, se ha accesso a Internet, può digitare
la domanda,” in che modo la natura lubrifica?” E l’informazione
è gratuita.
CNN:A quali altri progetti state lavorando?
JB: L’altra iniziativa che mi entusiasma.
è quella della “Innovazione per la Conservazione".
Pensiamo che se costruiamo una turbina eolica e prendiamo una grande
idea dalla pinna della megattera, il minimo che possiamo fare è
festeggiare questa intuizione, dicendo grazie e facendo un ciclo
di ringraziamenti. Insomma, è una buona maniera di dire grazie
in qualche modo.
“Innovazione per la Conservazione” prenderà quello
che si ottiene da un prodotto bio-ispirato e lo restituirà
per restaurare o conservare l’habitat dell’organismo
che lo ha ispirato.
CNN: Può darci un’idea di come vede
il futuro?
JB: Il mio futuro ottimistico sarebbe quello in
cui le nostre tecnologie si adatteranno come quelle della natura.
Penso che se davvero presteremo la nostra attenzione alla natura
e e diventeremo apprendisti della natura, se cominceremo ad imparare
dai progetti, dalle ricette e dalle strategie del mondo naturale,
anche noi potremo partecipare a quel processo, senza impoverire
il luogo che ci sostiene ma migliorandolo veramente fino al punto
in cui promuoverà sempre di più la vita.
testo
originale
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