ESTETICA
SOLARE (estratto)
Una ricerca progettuale sugli effetti della luce
solare e della gravità in tre dimensioni
di Ralph L. Knowles, 2008
traduzione di Franca Bossalino
Quali sono le implicazioni
estetiche del progettare con la natura? La domanda si sta
ponendo con crescente insistenza man mano che gli architetti analizzano
l’esigenza di conservare l’energia. In questo momento
critico per l’uso dell’energia e della urbanizzazione
dilagante, gli architetti vengono sfidati da alcuni leaders in questo
campo come Edward Mazria che ha sollecitato ‘un
dialogo con la natura’ per rispondere al problema.
Questo testo esplora alcuni risultati possibili di tale dialogo.
Come potrebbero essere gli edifici se accettassimo
la sfida di cooperare apertamente e onestamente con la natura? Quali
sarebbero i modelli? Li accoglieremmo con riconoscimento ed empatia
o li considereremmo con indifferenza? Ci interesserebbero, sarebbero
per noi motivo di piacere e di gioia, o sarebbero ordinari e di
bassa qualità? Queste sono domande che hanno a che fare con
l’estetica, ma che hanno un significato pratico per una vita
sostenibile.
Visto il risveglio dell’interesse per un’estetica
architettonica, un progetto di ricerca iniziato nel 1962 assume
oggi un significato nuovo. La ricerca portata avanti dalla Auburn
University e finanziata dalla Graham Foundation, si occupò
di illustrare gli effetti delle forze dei fenomeni naturali sulla
forma, precisamente gli effetti della luce del sole e della gravità.
Queste forze sono riflesse chiaramente nella crescita e nei modelli
naturali. I versanti assolati dei rilievi sono popolati di piante
e animali differenti da quelli dei versanti ombrosi. Le strutture
naturali, le dune di sabbia riflettono le forze del vento e della
gravità. Gli edifici sono soggetti alle stesse forze naturali
che hanno determinato la differenziazione nella natura ma raramente
la forma costruitale riconosce.
Il proposito del lavoro del 1962 non era tanto
una nuova estetica quanto la verifica di una proposizione: un
edificio realizzato come una risposta equilibrata alle forze della
natura mostrerà una differenziazione utile alla cruciale
leggibilità nel contesto urbano. L’idea della leggibilità
urbana derivava da una lettura del libro di Kevin Lynch.
L’immagine della città, in cui l’autore afferma
l’importanza di fornire segnali vitali per un orientamento
positivo e il libero movimento. Lo studio di Auburn ha messo alla
prova la mia convinzione che quella chiarezza essenziale e quella
leggibilità che Lynch cercava dovesse essere trovata nel
progettare con la natura.
Lo studio cominciò senza alcuna idea a priori
sulla forma risultante. Infatti, nell’intero studio, forme
e strutture nuove sembravano emergere da un processo di auto-organizzazione
di una crescita naturale e non dal progetto. Come si dimostrò,
preconcetti di forma sarebbero stati probabilmente sbagliati.
Lo studio di Auburn, al fine di stabilire un punto di partenza,
un riferimento per graficizzare gli effetti delle forze naturali,
selezionò cinque forme geometriche basilari con una gamma
di configurazioni delle superfici e degli orientamenti: un cubo,
un ellissoide, un tetraedro, un prisma e un iperboloide di rivoluzione.
Pur non essendo forme di edifici reali, la loro geometria forniva
un linguaggio architettonico per l’analisi. Uno studio successivo,
fatto alla USC, non partì da una selezione di forme geometriche
per graficizzare gli effetti delle forze. Invece, generò
delle forme che rappresentavano una performance specifica rispetto al sole, all'acqua, al vento.
Lo studio di Auburn procedette per fasi. Nella
prima fase si disegnò l’impatto
del sole sulla forma, nella seconda, la gravità
e nella terza, la combinazione delle prime due. La quarta fase cercò
di applicare il concetto della differenziazione della forma a un
semplice programma di un edificio per uffici. Lo studio, sebbene
limitato a un esame soltanto di due forze naturali e completato
circa 50 anni fa, evoca immagini di forme differenziate che oggi
possiamo identificare e comprendere.
SOLE
Una tecnica per rappresentare i vari effetti della
luce solare, usa un sistema di piani proiettanti per schermare la
forma base durante le ore prescritte, una tecnica applicabile al
progetto della luce diurna. Le generazioni dei piani sono derivate
dalla geometria della forma base di riferimento e hanno componenti
sia statiche che dinamiche. I piani sono di per sé statici,
ma le forze a cui rispondono sono dinamiche e cambiano l’aspetto
del grafico secondo il giorno e la stagione. I risultati sono asimmetrici,
differenziati orizzontalmente per una località a 30 °
di latitudine nord. Il colore è usato per delineare la forma,
non per indicare le reali direzioni della luce solare.
GRAVITA’
Gli
studi sulla gravità usano una tecnica grafica simile a quella
dei piani proiettanti. Gli ipotetici carichi dei solai sono applicati
regolarmente alla superficie di ciascuna forma in modo tale che
coinvolgano in modo equivalente ogni punto alla stessa quota Ma
a differenza dei grafici solari che tendono ad essere differenziati
orizzontalmente per rispondere all’orientamento, i grafici
della gravità sono simmetrici e differenziati verticalmente
per rispondere ai carichi accumulati.
I grafici della gravità sono anche privi della componente
dinamica del sole.
SOLE-GRAVITA’
Nonostante ci possa essere una gerarchia nell’azione
delle forze, gli edifici sono raramente influenzati da una singola
forza. I grafici del sole e della gravità si combinano perciò
a formare un insieme di piani che agiscono in modo duplice descrivendo
forze che agiscono simultaneamente ma in modo diverso. Sia il numero
che la dimensione dei piani diventano elementi adattabili graficamente.
Di conseguenza, piani più lunghi o numerosi indicano gli
effetti di maggiore forza. Il caso più comune comunque è
quello in cui solo una porzione di un piano qualunque reagisce in
modo duplice anche nel caso in cui sia dominante una delle due forze
(sole e gravità).
L’EDIFICIO
L’ultima fase dello studio applica la differenziazione
della forma che deriva dagli studi sulla gravità al progetto
di un edificio per uffici. Il programma edilizio richiede spazi
pubblici in alto e a livello stradale, con spazi privati più
piccoli nel mezzo. Contrariamente alle precedenti fasi in cui si
presuppone che i piani abbiano solo una lunghezza e una larghezza,
ma non abbiano uno spessore, questa fase presume un sistema strutturale
in cemento in cui lo spessore e la resistenza del materiale vengono
modificati e anche le dimensioni dei piani. Lo studio considera
soltanto il sistema portante esterno e non quello degli spazi interni
e dei servizi.
Oggi, si stanno riscoprendo le implicazioni di questo lavoro per
il progetto architettonico e urbano. Il concetto di un edificio
come una forma ecologica, differenziata per rispondere alle forze
della natura apre la strada a una nuova estetica. Il risultato non
sarà distinto da una espressione comune della forma, come
era il Modernismo, resa possibile da massicce iniezioni di energia
che isolano la gente dalle realtà naturali. Al contrario,
la nuova estetica sarà caratterizzata da modelli e forme
variabili che coinvolgono la nostra inerente capacità di
percepire la diversità della natura.
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