Intervista a John Todd
da CNN International.com, 31 agosto 2007
traduzione di Franca Bossalino

Le macchine ecologiche di John Todd possono produrre cibo e carburante, restaurare l’ambiente e trattare i rifiuti.

J.T. Ho cominciato la mia carriera di scienziato ‘doom watch’ (anti-inquinamento) come diciamo noi, alla ricerca di come i pesticidi stessero facendo ammalare il nostro ambiente.
A un certo punto ero talmente scoraggiato dalle scoperte che venivo facendo che pensai:perché non prendere tutta la conoscenza che abbiamo della natura, imparare da una foresta o da un lago, e convertirla in tecnologie che nel futuro potrebbero alimentarci, fornirci l’energia, trasformare i nostri rifiuti e perfino restaurare i nostri ambienti degradati? Sappiamo che in natura ci sono efficienza, ingegnosità e relazioni simbiotiche tanto potenti che se noi potessimo decodificare il suo linguaggio potremmo cambiare il modo in cui facciamo le cose.

CNN: tu sei un progettista o un ecologo?

J.T.: io sono innanzitutto e soprattutto un esploratore biologico. Ho cercato le risposte in tutto il mondo. Poi, sono un progettista ecologico, intendendo con ciò che cerco di lavorare con i sistemi della natura per costruire forme tecnologiche e perciò sono in parte ingegnere, in parte ecologo, in parte inventore.

CNN: Perchè invenzioni come le macchine ecologiche sono tanto importanti?

J.T.: Poiché stiamo entrando in un’epoca di limiti, dobbiamo rivolgerci sempre più alla saggezza della natura per risolvere i problemi che l’umanità ha di fronte. Il problema dell’acqua è uno dei problemi più grandi.

CNN: Che cosa possono fare le sue macchine ecologiche?

J.T.: Abbiamo costruito delle macchine che generano carburante, producono cibo, riparano i danni degli ambienti, regolano il clima negli edifici e trattano i rifiuti, compresi alcuni molto pericolosi.

CNN: Come ha pensato le particolari qualità degli organismi per creare le sue macchine viventi?

J.T: Ho fatto esperienza tutta la vita, progettando macchine viventi per trattare i liquami, per coltivare alimenti, per generare carburante, riparare ambienti danneggiati e regolare il clima negli edifici. Fondamentalmente, funzionano con il sole. Le piante superiori forniscono moltissima superficie- attraverso le loro radici- per gli organismi benefici. Funzionano quasi nello stesso modo in cui funziona una palude o una foresta. Noi sostituiamo la saggezza della natura all’ingegneria pesante, alle sostanze chimiche e alle massicce quantità di energia.

CNN: qual’è il potenziale delle macchine ecologiche?

J.T.: La nostra idea è di usare le macchine ecologiche per consentire al mondo di passare a un’era in cui il petrolio sarà ancora più scarso, per sostituire il trasporto a lunga distanza dei materiali e dell’energia. Hanno delle incredibili possibilità per la transizione a un’era post-petrolio. Secondo noi è forse una delle strategie meno costose per il futuro.

CNN: Come si comportano le macchine ecologiche rispetto ai sistemi tradizionali di depurazione in termini di consumo energetico?

J.T.: Le macchine viventi possono essere progettate per usare solo l’energia del sole. Se c'è un impatto molto modesto si può pompare l’aria nelle vasche con ventilatori elettrici—questo è il compromesso. I ventilatori hanno qualche HP ma è molto meno che la tecnologia tradizionale. Man mano che impariamo a conoscere le capacità della natura, impariamo a fare sempre di più con meno. Per esempio, si potrebbero calcolare i bisogni di energia elettrica per un impianto e installare un mulino a vento.

CNN: In che misura pensa che la sua idea sarà accettata?

J.T.: Lavorando in Vermont, in Cina o nei Caraibi, scopriamo che, una volta acquisita familiarità con questo approccio, la gente ne diventa entusiasta. Molta parte della nostra attività è richiesta nei villaggi turistici che vogliono diventare verdi e dagli imprenditori che vogliono cambiare, sia che si tratti di appartamenti a Londra o di un villaggio turistico alle Hawaii.

CNN: Qual’è stata la sua idea più pazza?

J.T.: ho avuto un sacco di idee pazze! In questo momento desidererei ripulire i canali di Venezia e il lago Pontchartrain a New Orleans; voglio costruire un'arca oceanica, una nave alimentata ad elettricità generata dal vento e dal sole che non inquina e trasporta i passeggeri da un continente all’altro; e sto aspettando con ansia di essere coinvolto in una operazione di restauro a grande scala. Lo sto già cominciando a fare.

CNN: Come spera che saranno le cose fra 20 anni?

J.T.: Mi piacerebbe andare in qualunque città e vedere che gli edifici sono diventati una struttura che accoglie ogni tipo di materiale vivente, che purifica l’aria e addirittura produce nutrimento per la gente. Sarebbe entusiasmante; sarebbe bellissimo. I paesaggi del futuro sarebbero molto diversi: alberi, bestiame e animali di ogni genere, raccolti, aree naturali, tutti insieme. La maggior parte del cibo potrebbe essere prodotto localmente, così che le cose che scambiamo sarebbero cose che davvero adoriamo, come il buon vino, il favoloso caffè o l’incredibile olio d’oliva, quel genere di cose.

CNN: Pensa che potremo costruire un futuro migliore per il genere umano?

J.T.: Se riprogettiamo le nostre infrastrutture- nel senso più ampio- attraverso il progetto ecologico potremmo ridurre il nostro impatto negativo sul pianeta di circa il 90% e avere ancora una civiltà fiorente. Sappiamo di potercela fare. Sta diventando la sfida più grande del 21° secolo.


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