L'ETA' DI NOE'
Thomas L. Friedman
estratto da:  Hot, Flat and Crowded - Why We Need a Green Revolution - And How it Can Renew America, ed. Farrar, Straus & Giroux, 2008
traduzione di Franca Bossalino

I numeri raccontano la storia.
Il nostro pianeta ha 400 miliardi di anni e la vita esiste sulla Terra da poco più di due miliardi di anni. In questi due miliardi di anni l’estinzione ha progredito a un ritmo ‘normale’, molto lento, sullo sfondo del quale ci sono stati, nel corso dei secoli, cinque eventi catastrofici che hanno portato alla perdita di una grandissima parte di vita sul nostro pianeta. L’estinzione di massa più recente -l’estinzione dei dinosauri- secondo Thomas Brook, esperto di biodiversità, è avvenuta circa 65 milioni di anni fa – e apparentemente è dovuta a un asteroide che si schiantò nella penisola dello Yucatan, l’attuale Messico. Si crede che l’asteroide abbia scaricato una nuvola di polvere densa nell’atmosfera che sembra abbia causato il raffreddamento globale col risultato che una gran parte delle piante e degli animali della terra finirono col morire per mancanza di nutrimento.
Quando guardiamo alla storia più recente -gli ultimi 10.000 anni in cui gli uomini sono stati sulla terra- si possono individuare delle estinzioni che hanno seguito gli spostamenti di gruppi umani da un luogo all’altro: dalla Polinesia- nelle Hawai- all’Indonesia- nel Madagascar,  fino ai nostri predecessori del Pleistocene i quali attraversarono, almeno 12.000 anni fa,  la lingua di terra esistente nell’attuale
Stretto di Bering spazzando via molti dei grandi mammiferi del Nord America, compresi i mammut e le tigri dai denti a sciabola. Quando si arriva all’età moderna, però, l’impatto della globalizzazione ha cominciato a diffondersi causando quella che già viene chiamata la sesta grande estinzione di massa avvenuta sulla Terra. Non è  più un evento locale. Si manifesta a una scala uguale a quella dell’asteroide o dell’impatto delle altre cinque estinzioni di massa, come possiamo valutare meglio dai dati sui fossili. Noi siamo il diluvio. Noi siamo l’asteroide.
Faremmo meglio ad imparare a diventare l’arca. Per più di 50 anni, ormai, la Unione Internazionale per la Conservazione della Natura ha rintracciato lo stato della biodiversità del mondo ed ha valutato la possibilità di estinzione di ogni specie animale e vegetale conosciuta. La sua Lista Rossa delle specie a rischio monitorizza le estinzioni in corso, fornendo un quadro di quello che sta accadendo proprio adesso. Quello che apprendiamo dalla Lista Rossa dell’IUCN è che le estinzioni avvenute in luoghi come le isole Hawai, dopo l’arrivo dei Polinesiani attorno al 400 a.C. “erano estinzioni di ‘sistemi chiusi’ terribili in sè, ma confinate a quelle regioni” dice Brook. A causa della globalizzazione oggi stiamo vedendo le estinzioni, che erano limitate a un’isola o a una regione, stanno accadendo in tutto il mondo nello stesso tempo. Sappiamo che possiamo restaurare gli habitat naturali - ha detto Brook. Noi sappiamo che possiamo salvare alcune specie la cui sopravvivenza è a rischio come i bufali. Sappiamo che possiamo eliminare l’inquinamento, anche da un fiume inquinato come il Tamigi. “E’ anche a nostra portata di mano invertire il corso dei cambiamenti climatici, ma le estinzioni sono irreversibili.”

Jurassic Park è una fiction. Una volta che una specie si è estinta, è persa per sempre- noi abbiamo perso per sempre l’eredità di milioni di anni.

Il ‘dopo’ non c’è più
[...] Noi umani siamo l’unica specie nella vasta rete della vita da cui  nessun animale o nessuna pianta esistente nella natura dipende per la sua sopravvivenza, eppure la nostra sopravvivenza dipende dall’intera rete della vita. Ci siamo evoluti al suo interno. Nel corso del nostro adattamento, la rete ci ha plasmato così come siamo. Noi umani abbiamo bisogno di questa rete per sopravvivere- lei non ha bisogno di noi. Noi certamente- di lei- sì, e lei prospera soltanto se l’intero sistema funziona in armonia.
Ecco perchè il tema della biodiversità non riguarda la salvezza della natura, ma riguarda, in ugual misura, la salvezza dell’umanità -come afferma E.O.Wilson. Riguarda la nostra comprensione di chi siamo in quanto specie e in che modo intendiamo continuare a vivere su questo pianeta, e quale relazione vogliamo avere con il suo ambiente naturale. “Senza la biosfera che ci ha reso quali siamo, nella quale ci siamo evoluti, non saremmo completamente umani” spiega Wilson, mentre ci mettiamo seduti nel suo laboratorio ad Harvard.
E continua. “Quanto più cambiamo il clima e il mondo naturale attraverso le nostre azioni, quanto più a rischio mettiamo le piante e gli animali, le foreste, i fiumi, gli oceani e i ghiacciai che regolano la vita sul pianeta a beneficio degli esseri umani, -gratuitamente- tanto più dovremo essere noi umani a gestire tutto da soli. E chiunque assiste a un dibattito sul cambiamento climatico, dovrebbe essere molto, molto cauto rispetto alla nostra capacità di gestire le cose tanto bene come ha fatto Madre Natura. Quanto più distruggiamo il mondo naturale, dice Wilson, tanto più dovremo assumere il controllo e usare la nostra ingegnosità per mantenerlo, momento per momento, tutto da soli.... perciò, a meno che non programmiamo di trasformare la terra letteralmente in una nave spaziale dove con le nostre mani sui bottoni    controlliamo, momento per momento, tutti i bisogni della vita umana, dove gestiamo l’atmosfera, momento per momento, allora dobbiamo restituire il mantenimento della biosfera a quelle milioni di specie alle quali appartiene e che ci sostengono”.
Quello che abbiamo fatto trascurando la natura non è diverso da quello che fa l’uccello che inquina il proprio nido o la volpe che inquina la sua tana.  Non possiamo continuare a farlo e presumere che  stia accadendo da qualche altra parte. La perdita della biodiversità sta avendo impatti globali. Non possiamo continuare a farlo e presumere che ‘dopo’ correremo ai ripari.
Il ‘dopo’ non c’è più. Il ‘dopo’ era un lusso delle generazioni, delle ere, delle civiltà e delle epoche  precedenti. E questo significava che si poteva dipingere sempre lo stesso paesaggio, vedere gli stessi animali, mangiare la stessa frutta, arrampicarsi sugli stessi alberi, pescare negli stessi fiumi, godere dello stesso clima o salvare le stesse specie che si salvavano da bambini- ma si poteva farlo ‘dopo’, in qualunque momento capitava. L’abbondanza della natura sembrava infinita e tutto quello che la minacciava sembrava limitato o reversibile. Nell’Era dell’Energia e del Clima, a causa dell’accelerazione dell’estinzione e dello sviluppo, la parola,’dopo’ dovrà essere rimossa dal vocabolario. ‘Dopo’ non è più quando si facevano tante cose nella natura come da bambini- con i nostri tempi. ‘Dopo’ è quando non ci sono più- quando non potrai farle mai più.
‘Dopo’ è troppo tardi, perciò qualunque cosa dovremmo salvare, sarà meglio cominciare a salvarla subito.


Biografia
http://en.wikipedia.org/wiki/Thomas_Friedman




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