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In questo capitolo cerco di considerare
la Carta della Terra e la cittadinanza globale come complementari
l’una all’altra. Discuterò del fatto che, a una
certa scala, la Carta della Terra fornisce il contenuto- la Carta
come etica globale- e l’altra, la forma- la sensazione motivante
di essere cittadino di una comunità globale. Allo stesso
tempo, la giustapposizione delle due differenti idee- sia nel pensiero
in generale che nell’educazione- fornisce il contesto del
dibattito critico, della discussione e del dialogo su entrambe e
perciò, rafforza l’impegno verso ciascuna delle due.
Questa, almeno, è stata la mia esperienza di docente che
ha cercato di insegnare agli studenti del college a pensare in modo
costruttivo ai temi dell’etica globale e anche di chi si è
interessato alla Carta della Terra e alla cittadinanza globale per
qualche tempo- impegnandosi con altri in discussioni sui temi della
globalizzazione.
La prima idea, si basava prevalentemente su parte di quello che
avevo insegnato, in due corsi dell’Università di Aberdeen
che io stesso coordinai, dal 2000 al 2004 sui temi ”La sfida
dell’Ambiente” e” La cittadinanza globale”.
La seconda, era emersa dalle lezioni e dalle conferenze fatte, che
includevano o meglio ponevano l’attenzione sulla Carta della
Terra. Il primo obiettivo che mi pongo qui, in termini pratici,
è quello di fare degli esempi sulle questioni in cui si possano
mettere a fuoco la relazione tra la Carta e la cittadinanza globale.
Ai fini di questa discussione, l’affermazione che siamo cittadini
globali è un’affermazione: innanzi tutto, del fatto
che esistono certi valori universali -accettati in tutto il mondo
o che dovrebbero esserlo; inoltre, del fatto che tutti noi apparteniamo
in qualche modo a una comunità globale considerata sotto
vari aspetti- morale, politico, legale, sociale, etc.
In generale, l’etica sostenuta dai cittadini globali nel mondo
moderno ha due ulteriori caratteristiche: la prima è che
l’etica pone l’accento sull’idea degli obblighi
o delle responsabilità trans-nazionali; per esempio: noi
abbiamo obblighi di assistenza al di fuori dei confini nazionali
verso qualunque essere umano che ha bisogno di aiuto; la seconda
è che l’etica globale approvata deve essere accessibile
ai popoli di qualunque fede, cultura o filosofia- cioè l’etica
non è legata per esempio alle premesse teologiche di una
particolare religione.
La Carta della Terra è, essenzialmente, ai fini della discussione,
un’etica globale per i seguenti tre aspetti:
- è un insieme di principi comprensivi, nel senso che coprono
tutta la gamma dei principali valori universali applicabili all’esistenza
umana ma non comprensivi nel senso di essere legati ad alcuna visione
comprensiva del mondo, come il Buddismo e il secolare antropocentrismo;
- è globale, nel senso che è veramente accettata dalla
gran parte delle popolazioni del globo; - è globale, anche
perché è il risultato di un ampio processo di consultazione
globale.
Inoltre, la Carta della Terra è un documento pubblico disponibile
all’adozione da parte dei singoli che lo fanno nella piena
consapevolezza di fare qualcosa che hanno fatto anche altre centinaia
di migliaia di persone. I valori della Carta non sono condivisi
semplicemente nel senso che sono gli stessi per differenti popoli;
sono condivisi nel senso più profondo di appartenere alla
stessa comunità dei valori condivisi.
Al di là del fatto che la Carta della Terra ci invita esplicitamente
a pensare a noi stessi fra gli altri cittadini del mondo (preambolo,par.5),
è chiaro dalle suddette caratteristiche delle due idee che
queste sono strettamente collegate.
Un cittadino in cerca di un’etica ragionevolmente globale
può trovarla nella Carta della Terra , dal momento che questa
è ad ampio spettro ma è accessibile a molti punti
di vista; può trovarvi ulteriori ragioni per adottarla, oltre
che per la sua inerente ragionevolezza, per il fatto che nasce dal
mondo.
E’ possibile che tra i sostenitori della Carta qualcuno respinga
il discorso della cittadinanza globale- forse domandandosi sulla
sua connotazione ”politica”, considerando che la Carta
della Terra ha a che fare con la trasformazione della vita quotidiana,
non delle forme di governo. O, è possibile che qualcuno discuta
sul carattere “antropocentrico”- limitato agli uomini-
mentre noi apparteniamo a una “comunità etica”
o al” commonwealth della vita”; è possibile che
qualcuno addirittura metta in discussione l’intera idea dell’‘etica
globale’, forse perché semplicemente non è-
o non è ancora- globalmente accettata.
Al contrario, qualcuno impegnato nella cittadinanza globale o nell’etica
globale, può non essere particolarmente incline ad associare
le due con la Carta della Terra se, ad esempio, pensa che i principi
della Carta sono sbagliati secondo alcuni significativi aspetti;
troppo pluralistici, consentendo troppa diversità; troppo
idealistici e blandi tali da essere irrilevanti, in ogni caso, per
prendere le decisioni; o troppo dettagliati per essere candidati
a diventare un’etica globale. Reazioni come queste sono certamente
sorte nelle discussioni che ho avuto con i gruppi universitari.
Poiché per varie ragioni poteva esserci la sensazione che
non fossero tanto collegate, bisogna dire che mentre tali antagonismi
sono possibili e sono certamente venuti alla superficie per alcuni
studenti, nel mio insegnamento, è probabile che il risultato
di metterle insieme sia il rafforzamento reciproco- ciascuna fornisce
quello che può mancare o che è un elemento debole,
nell’altra.
La maggioranza delle persone, quindi, riflettendo sulla prima, comincerà
anche a pensare all’altra e ad accettarla così che
le due si rafforzeranno reciprocamente, soprattutto perché
una ha accesso alla più ampia gamma di strumenti concettuali
per articolare l’altra. In questo modo si ha un quadro completo
della forma e del contenuto di un’etica globale. Almeno dalla
mia esperienza di tentare di insegnare sulla base di queste idee,
le reazioni positive sono più comuni di quelle negative;
ma, la generalizzazione è un atto di fede, perché
non ho fatto né visto alcuna conferma sociologica. Inoltre,
la combinazione delle due fa emergere i temi e le potenziali opposizioni,
creando così il contesto di una discussione più vigorosa
e costruttivamente critica.
Certamente, un’attitudine di lealtà critica e di critica
costruttiva verso la Carta della Terra è importante per mantenerla
come etica vivente e non come una specie di sacra scrittura su cui
non ci può essere dibattito né interpretazione. Probabilmente
etica globale e cittadinanza globale traggono beneficio dalla contestazione.
E’ anche un atto di fede supporre che dove c’è
un dibattito aperto il risultato sarà generalmente in linea
con quello che si crede sia giusto! La mia esperienza di insegnamento
in questo campo è che, nonostante ci saranno sempre singoli
studenti che rifiutano la cittadinanza globale e/o la Carta della
Terra, di solito molti finiscono con l’entusiasmarsi a quelle
idee alla luce della discussione critica; la combinazione delle
due aiuta a costruire una struttura circolare per la discussione
precisamente perché una è complementare dell’altra,
come ho già detto.
Un modo di porre la questione è quello di notare che il discorso
sulla cittadinanza globale, prende in considerazione i fatti della
globalizzazione, più esplicitamente di quanto non faccia
la Carta, che può sembrare alquanto staccata dalle realtà
dei processi socio-politici globali.
Chi ha interesse per la cittadinanza globale riconosce i processi
che hanno stimolato, nelle organizzazioni non governative e nella
società civile, le varie espressioni e l’incorporamento
della cittadinanza globale, aiutano a radicare la Carta della Terra
nella comunità globale emergente di cui è parte.
Il cittadino globale può anche trovare nella Carta della
Terra una concreta espressione di un’etica globale che altrimenti
potrebbe sembrare troppo astratta e indefinita. Inoltre, per il
fatto che egli sente che quell’etica deve essere veramente
condivisa dagli operatori di tutto il mondo, e non essere soltanto
un’idea nella sua mente, la Carta della Terra è esattamente
quello che ci vuole, perchè è, se non altro, un’etica
realmente condivisa e percepita dai popoli di tutto il mondo.
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