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La Carta della Terra è
l’unica e la più importante dichiarazione dei popoli
sui valori comuni condivisi che stanno oltre l’economia e
gli indicatori del “successo”, della “ricchezza”
e del” progresso.” - misurati sul denaro.
Il XX secolo ha visto il culmine dell’economia quale arbitro
del progresso umano e la sua crescita graduale nel controllo dell’attività
decisionale in ambito privato e pubblico.
Verso gli anni ’90 e l’inizio del governo di Margaret
Thatcher in Inghilterra e di Donald Reagan negli USA, gli economisti
furono subito elevati al rango di principi filosofi, sia nei paesi
industriali che in quelli in via di sviluppo. Questo controllo,
da parte delle politiche economiche, dei mass media, dei discorsi
politici, della imprenditorialità, delle motivazioni umane
e delle organizzazioni sociali è stato chiamato “economismo”.
La professione dell’economista è diventata preminente
nelle istituzioni governative, dall’educazione alla salute,
allo stato sociale, all’ambiente e perfino alle arti e al
tempo libero. Le analisi politiche in tutti questi settori della
società cominciarono ad essere prese in considerazione dagli
economisti e dalle loro metodologie, particolarmente quelle del
costo-beneficio, la valutazione dei rischi e la stima di qualunque
cosa, dal valore monetizzato della famiglia, della coesione sociale
e della stessa vita umana fino alla sostenibilità ecologica.
L’attenzione miope dell’economia sulle transazioni basate
sul denaro e le” misurazioni” del valore cominciarono
a snaturare gravemente la decisionalità sia pubblica che
privata.
.
Ancora oggi, la maggior parte dei testi di economia insegnano un
modello obsoleto di “natura umana” radicato” nella
fase primitiva dell’esperienza umana codificata nei nostri
cervelli di rettili . Per gli economisti, il comportamento razionale
è quello di massimizzare l’interesse egoistico individuale
nella competizione con gli altri- e ciò implica che l’uguaglianza
delle capacità umane di cooperare e condividere sono “irrazionali.”
Questi errori dell’economia sono il risultato dello ‘scontare’
o dell’ignorare il capitale umano e sociale e le risorse ecologiche.
I costi spesso pesanti dello sfruttamento delle risorse umane e
dell’ambiente sono il risultato delle teorie economiche che
“scontano” il loro valore ed oggettivizzano i costi
sociali e ambientali per la società, per le future generazioni
e per l’ambiente.
La Carta della Terra è un importante baluardo che riafferma
i valori ampiamente condivisi associati alla totalità dell’esistenza
umana e della preservazione delle opzioni per la nostra sopravvivenza
e il futuro comune su questo pianeta. Pertanto La Carta della Terra
è una potente riaffermazione dei valori più ampi che
stanno dietro lo stretto calcolo dei profitti e delle perdite. Credo
che proprio per questo la Carta sia stata accettata da tutto il
mondo e sia stata approvata in così tanti paesi e culture.
Le Istituzioni a tutti i livelli e in ogni settore della società
hanno approvato la Carta, dalle istituzioni locali, alle organizzazioni
civili, accademiche e professionali, alle compagnie come quella
americana del Calvert Group, di cui sono consigliere, che finanzia
i mutui socialmente responsabili. Inoltre, è diventata un
punto di riferimento per i molti tentativi di articolare le altre
dichiarazioni di etica globale, come la Dichiarazione di Praga del
Forum 2000 e quelle del Parlamento delle Religioni del Mondo.
C’è la speranza di uno sviluppo dei dibattiti pubblici
di questo XXI secolo, per esempio, tra le visioni comuni alla maggioranza
dei partecipanti agli incontri del Forum Mondiale sull’Economia
nella nevosa Davos, in Svizzera e quelli della società civile
globale del Forum Sociale nell’assolata Porto Alegre, in Brasile.
I media più in voga nel mondo, fino ad ora, non hanno compreso
né adeguatamente inquadrato questi dibattiti internazionali
tra coloro che propongono la globalizzazione economica e tecnologica
che minaccia i più alti valori sociali e ambientali che appartengono,
principalmente, alla vasta maggioranza degli esseri umani.
Un esempio di tali dibattiti coinvolge l’educazione
e come questa venga trattata nei rendiconti della maggior parte
dei paesi, ad esempio, negli indici del GNP (Prodotto Nazionale
Lordo) e il più ristretto GDP( Prodotto Interno Lordo). L’educazione,
che è evidentemente il più importante investimento
che ogni paese fa nel suo futuro, viene trattato come un “costo”.
Tuttavia, in questa Età dell’Informazione del XXI secolo,
politici e governanti di tutto il mondo, pongono l’accento
sul ruolo chiave dell’educazione come fondamento dello sviluppo
umano e del progresso sociale.
Molti economisti- di conseguenza- hanno allargato i loro orizzonti
e riconosciuto che la ricchezza di una nazione sono i cittadini
educati e produttivi, sempre più spesso descritti come “capitale
umano”. La Banca Mondiale, cominciò a riconoscere queste
nuove forme di capitale nel Rapporto Mondiale del 1995, ammettendo
che la sua precedente enfasi sul capitale finanziario e costruito
(denaro e fabbriche) era stata mal posta.
Il Rapporto sulla Ricchezza spiegava che il 60%
consisteva nel capitale umano, il 20% nel capitale ambientale (risorse
naturali) e che la finanza e le fabbriche costituivano soltanto
il 20% della ricchezza reale delle nazioni. Da allora, la Banca
ha considerato l’educazione- in particolare delle donne- uno
degli investimenti più produttivi che i governi, il mondo
degli affari e i singoli individui possano fare. Naturalmente i
genitori lo sapevano da molto tempo!
Eppure i testi di economia, i modelli e i rendiconti nazionali-
GNP e GDP- ancora classificano questi investimenti nell’educazione
come “consumi” o “spese”, come se questi
fondi fossero soltanto denaro nella tana del topo. Questi errori
persistenti costringono gli investimenti cruciali nelle nostre risorse
più preziose, i nostri figli, a competere- nei budget annuali
di comuni, stati e governi nazionali- con strade, polizia, trattamento
dei liquami, stadi sportivi e anche armi.
La produzione crescente di statistiche sulla qualità della
vita e sullo sviluppo sostenibile
(vedi ad es. Gli Indicatori della Qualità della Vita di Calvert-Henderson,
www.calvert-henderson.com) hanno fatto per anni un appello a correggere
questi errori.
Nel 1992 al Summit sulla Terra di Rio de Janeiro, 170 governi si
impegnarono, nell’Agenda 21, a fare queste correzioni includendo
le risorse umane, il lavoro non pagato, le risorse ecologiche, la
riduzione dell’inquinamento e l’esaurimento delle risorse.
La Carta della Terra raggruppa tutti i nuovi indicatori nei suoi
16 principi.
Per i sostenitori della Carta della Terra, gli educatori e tutti
coloro a cui sta a cuore il futuro dei nostri figli, è di
vitale importanza insistere affinché gli economisti del Fondo
Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e i governi nazionali,
definiscano gli investimenti nell’educazione proprio così:
investimenti. Fatto questo, gli investimenti nell’educazione
dovrebbero essere aggiunti al nuovo rendiconto sulle risorse raccomandato
dalle statistiche sulla qualità della vita.
L’educazione è una parte chiave dell’infrastruttura
di tutte le società che paga i dividendi lungo un arco di
tempo di almeno 20 anni e produce il nostro prezioso ”capitale
umano”.
Quando tutti questi investimenti- finanziati dalle tasse- vengono
propriamente considerati come risorse nel GNP, compensano e riducono,
di conseguenza, il debito pubblico. Questo abbassa i tassi d’interesse
che i paesi debbono pagare. Così facendo si aprirebbe la
porta di una programmazione a lungo termine, si promuoverebbe l’investimento
positivo e si assicurerebbe un futuro più luminoso per la
società e per i nostri figli.
I valori della Carta della Terra stanno entrando nel pensiero di
molti dirigenti delle 2000 aziende che hanno sottoscritto i principi
del Global Compact lanciato dal Segretario Generale delle Nazioni
Unite Kofi Annan.
Possiamo tutti pretendere che gli economisti si
adoprino affinché gli errori nei loro modelli non compromettano
più il futuro dei nostri figli. Ricordatevi: l’economia
non è una scienza, è soltanto una professione, con
meno controllo della sua qualità di molte altre.
Gli educatori, i genitori, e i cittadini interessati non dovrebbero
mai più combattere la battaglia annuale per il budget dell’
educazione.
Gli investimenti nell’educazione e quelli nelle infrastrutture
pubbliche sarebbero protetti in modo sicuro in quanto risorse a
lungo termine, quali veramente sono. Ogni sostenitore della Carta
della Terra, può sfidare l’economismo e pretendere
la piena legittimità, nella decisionalità privata
e pubblica, di tutti i valori e i principi che affermano la vita
contenuti nella Carta della Terra.
Gli economisti non debbono sentirsi imbarazzati per il fatto che
alla loro professione è stata tolta la maschera della scienza.
Molti onorevoli professionisti sono contenti di ciò: gli
avvocati, i medici, gli ingegneri, gli architetti e tutti gli altri
che applicano la conoscenza.
I giuristi, in particolare sono contenti di essere conosciuti come
avvocati.
Noi oggi sappiamo che gli economisti sono sempre stati difensori
di varie politiche economiche, regolamentazioni e deregolamentazioni
e degli interessi dei loro clienti che sono quasi sempre banchieri,
istituti finanziari e imprese.
Non c’è da litigare- patrocinanti o procuratori o economisti,o
qualunque sia il loro ruolo nella decisionalità- tutto quello
che serve è la chiarezza- da parte loro- affinché
il pubblico sia completamente informato e i temi siano discussi
onestamente. Gli economisti non possono più sostenere falsamente
lo status scientifico dei loro argomenti né confondere il
pubblico fingendo di essere scienziati.
Perché non abbracciare la verità e chiamare la professione
“economic advocacy”?
(difesa dell’economia?) Dopo Tutto, l’Età dell’Informazione
si è già trasformata nell’Età della Verità.
Oggi, i sostenitori della Carta della Terra sono ancora più
forti perché sostengono il progresso dello sviluppo secondo
Gli Obiettivi del Millennio: acqua pulita, salute, educazione, beni
durevoli pubblici e infrastrutture. Per la sopravvivenza umana su
questo pianeta in pericolo, è necessario ri-calibrare le
nozioni di “progresso” e “sviluppo”, al
di là delle false ideologie dell’economismo. La Carta
della Terra rappresenta la roadmap migliore per le diverse società
rigenerative e per le società pacifiche e giuste per un futuro
più luminoso per tutti.
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