ecological literacy

 

Fritjof Capra
THE NEW FACTS OF LIFE
CENTRE FOR ECOLITERACY.ORG, 2008
da:
http://www.ecoliteracy.org/
traduzione di Franca Bossalino

Una discussione sulle interrelazioni tra cibo, salute e ambiente è di estrema attualità. L’aumento dei prezzi dei generi alimentari insieme al prezzo del petrolio e ad una serie di cosiddette ‘catastrofi’ sono in primo piano nella cronaca quotidiana. Allo stesso tempo, c’è una grande confusione. Perché i prezzi dei generi alimentari nel mondo stanno crescendo tanto rapidamente e drammaticamente? Perché la fame nel mondo sta di nuovo aumentando dopo un lungo e costante declino? Cosa hanno a che fare i prezzi dei generi alimentari con il prezzo del petrolio? Perchè è tanto importante coltivarli localmente e in modo organico?  Qui cercherò di dimostrare come una piena comprensione di questi argomenti richieda una nuova comprensione ecologica della vita -una nuova “alfabetizzazione ecologica”- e un nuovo tipo di pensiero “sistemico”, cioè basato sulle relazioni, sui modelli  e sul contesto.

Tale comprensione della vita è emersa 25 anni fa nella scienza d’avanguardia. Voglio descrivere questa nuova conoscenza ponendo l’antica questione- che cosa è la vita? Qual è la differenza tra una roccia, una pianta, un animale o un micro-organismo? Per comprendere la natura della vita non basta conoscere il DNA, le proteine e le altre strutture molecolari che sono i mattoni per costruire gli organismi viventi, perché queste strutture esistono anche negli organismi morti, come per esempio, un pezzo di legno o un osso.

La differenza tra un organismo vivente e uno morto sta nel processo fondamentale della vita- in quello che i saggi e i poeti in tutte le epoche hanno chiamato “lo spirito della vita”. Nel linguaggio scientifico moderno, questo processo viene chiamato “metabolismo”.
Il metabolismo è il flusso inarrestabile di energia e di materia che circola attraverso una rete di reazioni chimiche, che permette all’organismo di generarsi, restaurarsi e riprodursi continuamente. In altre parole il metabolismo ha a che fare con la digestione e la trasformazione del cibo ingerito.

E’ la caratteristica centrale della vita biologica. Ma comprendere il metabolismo non è sufficiente a comprendere la vita. Quando studiamo le strutture, i processi metabolici e l’evoluzione delle miriadi di specie che vivono sul pianeta, ci accorgiamo che la caratteristica principale della nostra biosfera è che questa ha sostenuto la vita per miliardi di anni. Come può la terra fare questo? Come fa la Natura a sostenere la vita?

Alfabetizzazione Ecologica
Per sapere in che modo la Natura sostiene la vita, dobbiamo spostarci dalla biologia alla ecologia, poiché sostenere la vita è la proprietà di un ecosistema piuttosto che di un singolo organismo o di una singola specie. Nel corso di miliardi di anni di evoluzione, gli ecosistemi della Terra hanno sviluppato alcuni principi di organizzazione che sostengono la rete della vita. L’alfabetizzazione ecologica consiste nella conoscenza di questi principi di organizzazione o principi dell’ecologia.

Nei prossimi decenni  la sopravvivenza dell’umanità dipenderà dalla nostra alfabetizzazione ecologica, dalla nostra capacità di comprendere i principi fondamentali dell’ecologia e di vivere in accordo con quelli. Ciò significa che l’alfabetizzazione ecologica deve diventare una conoscenza cruciale per i politici, gli amministratori, i dirigenti aziendali e per i professionisti in tutti i campi e dovrebbe costituire la parte più importante dell’educazione a tutti i livelli-dalla scuola primaria e secondaria al college, all’università, all’educazione permanente e alla preparazione dei professionisti.

Dobbiamo insegnare ai bambini, agli studenti, e agli adulti che prendono le decisioni e ci governano, i fatti fondamentali della vita:
- i rifiuti di una specie sono cibo per un’altra;
- la materia circola continuamente attraverso la rete della vita;
- l’energia che muove i cicli ecologici proviene dal sole;
- la diversità assicura la resilienza;
- la vita, fin dalle sue origini -più di tre miliardi di anni fa- non ha prosperato sul pianeta in virtù dei conflitti ma grazie alle relazioni.

Questi principi di ecologia sono strettamente connessi. Sono solo aspetti differenti di un unico, fondamentale modello di organizzazione che ha permesso alla Natura di sostenere la  vita per miliardi di anni. In sintesi; la natura sostiene la vita creando e nutrendo delle comunità. Nessun organismo singolo può vivere in isolamento. Gli animali dipendono dalla fotosintesi delle piante per le loro esigenze energetiche; le piante dipendono dal biossido di carbonio prodotto dagli animali, come pure dall’azoto fissato dai batteri nelle loro radici; e tutti insieme, piante, animali, micro-organismi, regolano l’intera biosfera, mantenendo le condizioni che promuovono la vita.

La sostenibilità, dunque, è la proprietà di una intera rete di relazioni; non è una proprietà individuale. Coinvolge sempre una comunità intera. Questa è la lezione profonda che dobbiamo imparare dalla Natura. Il modo per sostenere la vita è creare e nutrire le comunità. Una comunità umana interagisce con le altre comunità- umane e non umane- in modo tale da consentire loro di vivere e svilupparsi in accordo con la propria natura. La sostenibilità non significa che le cose non cambiano. E’ un processo dinamico di co-evoluzione piuttosto che  uno stato di immobilità.

Il Pensiero Sistemico
Il fatto che la sostenibilità ecologica sia la proprietà di una rete di relazioni significa che per comprenderla propriamente, per diventare ecologicamente alfabetizzati, dobbiamo imparare a pensare in termini di relazioni, interconnessioni, modelli, contesti. Nella  scienza, questo tipo di pensiero è conosciuto come pensiero sistemico (“pensare per sistemi”). Ed è cruciale per comprendere l’ecologia- poiché l’ecologia è la scienza delle relazioni tra i vari membri della Dimora Terra.

Il pensiero sistemico è emerso da una serie di dialoghi interdisciplinari tra biologi, psicologi e ecologi, nel corso degli anni ’20 e ’30. Gli scienziati si sono resi conto che un sistema vivente- organismo, ecosistema, o sistema sociale- è un insieme integrato le cui proprietà non possono essere ridotte a quelle delle sue parti più piccole. Le proprietà sistemiche sono proprietà dell’insieme che nessuna delle sue parti possiede. Pertanto, il pensiero sistemico implica un cambiamento di prospettiva dalle parti all’insieme. I primi pensatori sistemici hanno coniato la definizione: “L’intero è più grande della somma delle sue parti.”

Che cosa significa esattamente? In che senso l’intero è più che la somma delle sue parti? La risposta è nelle relazioni. Tutte le proprietà essenziali di un sistema vivente dipendono dalle relazioni tra i componenti del sistema. Pensare in modo sistemico vuol dire pensare in termini di relazioni. Comprendere la vita richiede un cambiamento di obiettivo: dagli oggetti alle relazioni.

Per esempio, ogni specie in un eco-sistema aiuta a sostenere l’intera rete alimentare. Se una specie viene decimata da qualche catastrofe naturale, l’ecosistema sarà ancora resiliente se ci sono altre specie che possono compiere funzioni simili. In altre parole, la stabilità di un sistema dipende dalla sua bio-diversità, dalla complessità della sua rete di relazioni. Ecco come possiamo comprendere la stabilità e la resilienza attraverso le relazioni all’interno dell’ecosistema.
Comprendere le relazioni non è facile per noi perché è qualcosa che va contro il pensiero scientifico tradizionale e la cultura occidentale. Nella scienza, come ci hanno insegnato, le cose debbono essere misurate e pesate. Ma le relazioni non possono essere né misurate, né pesate; le relazioni debbono essere ‘mappate’. Perciò bisogna fare un altro cambiamento dalla misurazione -e dalla pesatura- alla mappatura.

In biologia, un recente drammatico esempio di questo cambiamento si è verificato nel Progetto del Genoma Umano. Gli scienziati sono diventati profondamente consapevoli del fatto che per comprendere il funzionamento dei geni, non è sufficiente conoscere la loro sequenza nel DNA; dobbiamo anche essere capaci di mappare le loro mute relazioni e interazioni. Quando si mappano le relazioni si trovano alcune configurazioni che si presentano ripetutamente. Questo è quello che chiamiamo un modello. Reti, cicli, catene di feed-back, sono esempi dei modelli di organizzazione che sono caratteristici della vita. Il pensiero sistemico comporta un cambiamento di prospettiva dai contenuti ai modelli. Voglio sottolineare, inoltre, che la mappatura delle relazioni e lo studio dei modelli non costituiscono un approccio quantitativo, ma un approccio qualitativo. Il pensiero sistemico implica un cambiamento  dalla quantità alla qualità. Un modello non è un elenco di numeri ma una immagine visiva.

Lo studio delle relazioni riguarda non soltanto quelle tra i componenti di un sistema ma anche quelle tra il sistema come totalità comprendente sistemi più grandi. Le relazioni tra il sistema e il suo ambiente costituiscono quello che si intende per contesto. Per esempio, la forma di una pianta, i colori di un uccello dipendono dal loro ambiente -dalla vegetazione, dal clima ecc.-, e anche dalla storia evolutiva delle specie, dal contesto storico. Il pensiero sistemico è sempre un pensiero contestuale. Implica un cambiamento dalla conoscenza oggettiva alla conoscenza contestuale.

Infine, dobbiamo capire che la forma vivente è più che una forma, più che una configurazione di componenti in un insieme. C’è un flusso continuo di materia che circola attraverso un sistema vivente, pur mantenendo inalterata la forma; c’è sviluppo e c’è evoluzione. La comprensione della struttura vivente è inestricabilmente legata alla comprensione dei processi metabolici ed evolutivi. Pertanto il pensiero sistemico comporta un cambiamento dell’attenzione dalla struttura al processo.

Tutti questi spostamenti dell’attenzione in realtà sono soltanto modi differenti di dire la stessa cosa. Pensare per sistemi significa spostare la percezione dagli oggetti materiali e dalle strutture ai processi non-materiali e ai modelli di organizzazione che rappresentano la vera essenza della vita.

I problemi del mondo attuale
Una volta diventati ecologicamente alfabetizzati, e in grado di comprendere i processi e i modelli delle relazioni che permettono agli ecosistemi di sostenere la vita, capiremo anche i molti modi in cui la civiltà umana, specialmente dalla Rivoluzione Industriale in poi, ha ignorato i modelli e i processi ecologici interferendo con essi. Capiremo che quelle interferenze sono le cause fondamentali di molti problemi attuali.

Sta diventando sempre più evidente che i problemi principali del nostro tempo non possono essere compresi isolandoli. Sono problemi sistemici, il che significa che sono tutti interconnessi e interdipendenti. Uno dei documenti più dettagliati e autorevoli che riguardano la fondamentale interconnessione dei problemi mondiali è il libro di Lester Brown Plan B (Norton 2008).
Lester Brown, fondatore delWorldwatch Institute, dimostra in questo libro, con impeccabile chiarezza, come il circolo vizioso della pressione demografica e della povertà conduca all’esaurimento delle risorse e come quest’ultimo, esacerbato dal cambiamento climatico, produca il fallimento dei paesi i cui governi non possono più dare sicurezza ai propri cittadini, alcuni dei quali, in preda alla disperazione più totale, si danno al terrorismo.

Quando leggerete questo libro, capirete come, virtualmente, tutti i nostri problemi ambientali costituiscono delle minacce per la sicurezza del cibo-  l’esaurimento delle riserve idriche, la conversione dei suoli coltivabili ad altri usi, gli eventi climatici estremi, come le ondate di calore, la siccità, le alluvioni e più recentemente la crescente trasformazione dei cereali in bio-carburanti.

Un fattore critico in tutto ciò, è che la produzione mondiale di petrolio sta raggiungendo il suo picco; da adesso in poi, la produzione di petrolio comincerà a diminuire in tutto il globo e le ulteriori estrazioni saranno sempre più costose e  -di conseguenza- il prezzo del petrolio continuerà a salire. I segmenti dell’economia globale più colpiti saranno in particolare quello dei trasporti, quello alimentare e quello delle industrie aeronautiche.
La ricerca di fonti di energia alternative ha portato, recentemente, all’aumento della produzione di etanolo e altri bio carburanti, specialmente negli USA, in Brasile e in Cina. E dal momento che il valore di mercato dei cereali come bio carburanti è più alto del loro valore come cibo, questi vengono dirottati sempre più verso la produzione di bio carburanti. Allo stesso tempo, il prezzo dei cereali sta raggiungendo quello del petrolio. Questo è uno dei principali motivi del recente aumento dei prezzi alimentari. Un altro motivo è che il sistema petrolchimico, meccanizzato e centralizzato dell’agricoltura è fortemente dipendente dal petrolio e produrrà beni alimentari sempre più costosi man mano che il prezzo del petrolio cresce. Infatti, la coltivazione industriale usa 10 volte più energia di una coltivazione sostenibile, organica.

Il fatto che il prezzo dei cereali sia oggi legato al prezzo del petrolio è possibile solo perchè il nostro sistema economico globale non ha alcuna dimensione etica. In tale sistema la domanda  “Dovremmo usare i cereali per alimentare le macchine o per dar a mangiare alla gente?” ha una risposta chiara. Il mercato dice: “Alimentiamo le macchine”. Questo è ancora più perverso in vista del fatto che il 20% dei nostri raccolti di cereali fornirà meno del 4% di carburante per le auto. Infatti, l’intera produzione di etanolo in questo paese potrebbe essere facilmente sostituita aumentando  l’efficienza media dei carburanti del 20% (da 21 mpg a 25mpg) il che è niente date le tecnologie disponibili oggi.

Il recente aumento improvviso del prezzo dei cereali ha sconvolto i mercati mondiali, e la fame nel mondo sta ancora aumentando dopo una fase di declino lunga e costante. Inoltre, l’aumento nei consumi di carburante accelera il riscaldamento globale le cui conseguenze sono la perdita dei raccolti  durante le ondate di calore e la perdita dei ghiacciai che alimentano i fiumi e, pertanto, sono essenziali per l’irrigazione. Quando pensiamo in modo sistemico e capiamo come tutti questi processi sono interconnessi, ci rendiamo conto che le macchine che guidiamo e altre scelte che facciamo da consumatori, hanno un grande  impatto sull’approvvigionamento di cibo alle grandi popolazioni dell’Asia e dell’Africa.

Tutti questi problemi, alla fine, vanno visti soltanto come aspetti diversi di un’unica crisi, che è, in grande misura, una crisi di percezione dovuta al fatto che la maggioranza delle persone che vivono nella nostra società, e specialmente i nostri leader politici, sottoscrivono una visione del mondo superata, una percezione della realtà inadeguata a trattare le cose del nostro mondo sovrappopolato e globalmente interconnesso.

Il principale messaggio contenuto nel Piano B di Lester Brown è il seguente: le soluzioni per i principali problemi del nostro tempo ci sono e alcune sono anche molto semplici. Ma queste richiedono un cambiamento della nostra percezione, del nostro pensiero, dei nostri valori. E noi ci troviamo all’inizio di un cambiamento fondamentale della visione del mondo, un cambiamento di paradigma altrettanto radicale della Rivoluzione Copernicana. Il pensiero sistemico e l’alfabetizzazione ecologica sono due elementi chiave del nuovo paradigma. E sono molto utili a comprendere l’interconnessione tra cibo, salute e ambiente, ma anche per comprendere la profonda trasformazione che è necessaria globalmente affinché l’umanità sopravviva.

Da un discorso di Fritjof Capra  a un Istituto per lo sviluppo professionale ospitato dal Centre for Ecoliteracy e il Teachers College della Columbia University nell’estate 2008

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