RITMO E RITUALE: UN TEMA PER IL PROGETTO (estratto)
di Ralph L. Knowles
traduzione di Franca Bossalino

[…] gli esempi presi dalla storia, dalle esperienze concrete e dalla ricerca del Solar Studio della USC, dimostrano come una concezione spaziale che collega i ritmi della natura ai rituali della vita, può dare “nuova vita” al progetto.

Ritmo
L’osservazione nel tempo fa emergere una misura ritmica dello spazio. Per esempio, qualunque spazio architettonico orientato da est a ovest rafforza la nostra esperienza delle stagioni. Il muro principale è quasi sempre al buio: dall’altra parte, una linea di ombra si muove gradualmente sul muro e poi riscende. Per fare esperienza dell’intero ciclo ci vuole un anno. Il movimento base è sempre lo stesso. Man mano che il percorso del sole diventa più basso nel cielo durante la fine dell’estate e l’autunno, l’ombra sale, mentre alla fine dell’inverno e in primavera il percorso del sole si alza e l’ombra si abbassa. Cambiando l’orientamento dello spazio sia avranno un ciclo e un ritmo differenti.
Qualunque spazio orientate da nord a sud, acuisce la nostra esperienza del giorno. I due muri principali sono illuminati, ma in ore differenti. […]
Dove gli spazi orientati nord- sud e quelli orientati sud-est si intersecano, possiamo fare esperienza delle due scale del tempo. Il volume condiviso esalta sia il ciclo stagionale che quello giornaliero. Li combina, sovrapponendoli l’uno all’altro. Il risultato è un attraversamento nello spazio che proporziona il tempo. La sua celebrazione ha spesso elevato l’architettura dalla regione del fatto al regno dell’arte.
Nelle grandi cattedrali, i cicli del sole inondano per un anno la navata, per un giorno il transetto. In una chiesa monastica del Medio Evo come pure in una basilica del Rinascimento Romano, un qualche tipo di attraversamento spaziale proporziona il tempo. Una esperienza meravigliosa rinnovata continuamente viene intensificata dal cambiamento della qualità della luce, i riti sacri misurati dalle variazioni del colore e della quantità della luce.

Rituale
Il rituale può nascere dai ritmi di un luogo. Per esempio, il sole entra nel giardino o attraverso una finestra. Possiamo avvicinarsi al sole o allontanarci da esso per trovare sollievo. All’inizio i nostri movimenti sono una diretta ricerca di comfort. Ma successivamente dei semplici movimenti possono espandersi in dettagli che esprimono i nostri sentimenti sulla vita nel luogo. E’ questa connessione tra ritmo e rituale che possiede un enorme potenziale per chi abita- sia in gruppo o privatamente- di agire con immaginazione.

1- Rituali Sacri
Il Medio Evo fornisce esempi eleborati di rituale legato al luogo. I monaci dividevano ogni giornata in otto periodi cerimoniali corrispondenti alle fasi liturgiche della vita monastica.
Dall’oscurità del primo mattino di ogni giorno al crepuscolo della sera, per ciascun periodo erano prescritte universalmente azioni appropriate. L’esatto significato e l’ora variavano secondo il luogo e la stagione. La lunghezza dello stesso giorno non era la stessa nel nord Italia o nell’Inghilterra del sud. In ogni luogo le giornate estive erano diverse in ciascun luogo e così quelle invernali. Cambiare luogo rendeva differente il tempo; cambiare il tempo rendeva diverse le qualità di un luogo. Cambiando tutti e due, cambiava il significato.

2- I rituali nella vita civile
Le connessioni tra ritmo e rituale, più intricate negli esempi medievali, si possono trovare anche in circostanze più modeste. Per esempio, la mia famiglia si siede ogni giorno per mangiare ma invece di sedere nello stesso posto, ci sediamo a tavoli differenti. Il modo in cui ciò avviene è stato gentilmente guidato dai cambiamenti ritmici della luce solare e dell’ombra nel portico posteriore.
Quasi tutti i giorni facciamo almeno uno dei pasti nel portico posteriore. Gli altri nella stanza da pranzo separata dal portico da porte finestre. Dentro e fuori, dall’alba a dopo il tramonto, portiamo cibo e stoviglie attraverso le porte.
Due cicli solari indipendenti offrono una varietà di luoghi per sedersi. In inverno facciamo colazione e cena all’interno, ma a pranzo possiamo scegliere di mangiare nella parte assolata del portico posteriore. In estate facciamo colazione dietro gli schermi solari della stanza da pranzo. Ma a pranzo e cena possiamo scegliere di sederci nella parte ombreggiata del portico. La grana delle possibilità è ricca e gratificante.
Un albero del vicino si estende sul confine a sud del nostro portico. Per catturare il sole invernale spostiamo il tavolo verso nord. Per sedere nell’ombra fresca dell’estate, lo spostiamo verso sud. Avanti e indietro, una volta in primavera e una volta in autunno, trasportiamo il tavolo attraverso una linea d’ombra.Non conosciamo esattamente il momento in cui è primavera: potremmo ricordarci il calendario ma in genere in un caldo mattino assolato, qualcuno dirà: "Spostiamo il tavolo" e allora è primavera, non importa che succederà dopo.
Restiamo quasi sempre stupiti di fronte ai cambiamenti delle stagioni e alle possibilità che evocano. Spostare il tavolo cambia tutte le relazioni con la casa, con la vista e tra di noi. Dopo 30 anni ancora stiamo pensando a nuovi modi di sistemare le cose.[…]

Un tema per il progetto
La luce del sole aggiunge una dimensione del tempo alle nostre percezioni dello spazio architettonico. Sostenuta da una continua attenzione agli insediamenti indigeni nel mondo, è emersa una investigazione corrispondente delle dimensioni rituali dell’architettura.[…]
[…] lo spazio è generato dal flusso. Questa nozione è in tal modo antitetica ad ogni attività progettuale. Sia che la si ottenga attraverso l’heliodon, il computer o all’esterno sotto il cielo aperto, ogni decisione progettuale viene calcolata come una misura del tempo, l’intero schema come una conseguenza dei ritmi giornalieri e stagionali della luce solare.[…]
“Prendete un libro e vi spostate verso la luce” così commentava Louis Kahn a proposito della Biblioteca di Exeter implicando così un concetto di spazio architettonico che è sia ritmico che cerimoniale […]

Se le intenzioni del progettista fossero portate avanti all’interno degli spazi, il pulsare dell’attività umana verrebbe rafforzato- nella concretezza della costruzione- dai cicli della luce e del calore.[…]

Con la dipendenza dalle macchine per fornire il comfort fisico, gli architetti hanno cancellato qualunque piccola variazione temporale che poteva ripetutamente evocare l’azione. Esaminando l’influenza dei ritmi naturali sulla forma e sullo spazio, il Solar Studio dell’USC aspira a reintrodurre il ritmo come un fatto misterioso dell’esperienza estetica.


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